Notizie  2024




 

Notizie  2019 - 2020




Domenica 29 Settembre  2019 

Modifiche alla viabilità per Maratonina dei Borghi

26/09/2019 – Domenica 29 settembre dalle 6 alle 12:30 divieti di sosta e di circolazione in città lungo il tragitto della maratonina internazionale "Città di Pordenone".'

Ulteriori informazioni sul sito ufficiale del Comune di Pordenone

 

 



Domenica 5 Maggio  2019 

Pubblichiamo la lettera di un atleta ed amico

 

PICCOLA MARATONA DI UN RUNNER SENZA IMPORTANZA

La Maratonina dei Borghi: erano quattro anni che sognavo di farla, senza sapere se ce l'avrei mai fatta a correrla tutta intera. Quattro anni, da quando mi ero iscritto, a 57 anni suonati, al Corso di avviamento alla corsa dell'Equipe. Non avevo mai corso in vita mia, camminato, andato in bicicletta, ma mai corso. In più ero incallito fumatore. Mi ricordo i primi mesi al campo di atletica, che mi fermavo dopo cento metri. Camminavo e correvo, arrancavo alle curve che si allungavano come un elastico malefico, all'infinito. Ma a settembre riuscivo a infilare 7 sette ripetute di 400 metri nell'ultima lezione, e in agosto ero riuscito a fare di corsa tutta via Vallon a Cimpello senza fermarmi. 1700 m. in 12 minuti!

Perché mettermi a faticare alle soglie della vecchiaia? Fin da ragazzo avevo ammirato i fondisti: non mi commuoveva l'energia esplosiva dei centometristi, ma la resistenza alla fatica, il ritmo prolungato degli atleti dei 5000, dei 10000. Nervi e ossa, come quelli di Franco Arese.

Ma forse la motivazione più vera sta nel fatto che condivido pienamente la definizione della corsa che ha dato il giornalista triestino Roberto Weber nel suo libro Perché corriamo?: "Sembrerebbe che uno dei suoi tratti fondamentali sia un'esigenza di sacrificio individuale spesso oscuro e apparentemente privo di ricompensa. Bisogna imparare a infliggersi dolore ed assorbirlo e ciò, in società fortemente orientate al piacere come le nostre, almeno superficialmente richiede una certa dose di stupidità, una forma di offuscamento della coscienza. Ma potremo considerare anche un'altra ipotesi, immaginando che attraverso la corsa si verifichi un processo — in larga misura inconsapevole — di ascesi, di liberazione dalla quotidianità, dai suoi limiti, dalle sue angustie e soprattutto dalle coordinate spaziali e temporali". Una questione di libertà, insomma.

Ad Agosto di quest'anno ho superato con un mese di anticipo i duemila km in un anno. Una domenica di metà settembre affronto per la prima volta la distanza: 14 km, pausa di qualche minuto alla fontanella della piazza del paese, e poi via per altri 7300 m, 21 km e 300 m in due ore e mezza.

Ma ho paura, mi angustiano soprattutto i tempi intermedi che bisogna rispettare, gli sfottò della gente rivolti a quelli che vanno piano, la gara insomma, per me che sono abituato a correre, a soffrire, a tenere in completa solitudine.

Domenica 30 settembre è una giornata grigia, freschina (ci saranno al massimo 12 gradi), perfetta. Alle 9 e qualche minuto si parte da piazza XX Settembre. Sulla strada che corre dietro il parco di San Valentino direzione Torre mi accorgo con un po' di costernazione di essere solo, ultimo! Mi consola però che a chiudere la fila ci sia uno dell'organizzazione in bicicletta.

Adocchio un centinaio di metri più avanti un quartetto che viaggia ad un ritmo costante, ma umano. Sono due signore robuste e due anziani. Alla svolta di Torre c'è un capannello di spettatori, quando passo mi applaudono. Rosicchio metri su metri al quartetto e li prendo un po'

Silvio Ornella